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Dopo le elezioni regionali

In molti mi avete scritto in questi giorni chiedendo “com’è andata?”. A me ogni volta viene spontaneo rispondere “bene”, perché mi sembra che da questo passaggio sia nata “una nuova speranza” per molti.

Ci sono tante sensazioni, ci sono la delusione e la soddisfazione.

Fa male pensare ad altri cinque anni di giunta Toti in una terra che ha bisogno di qualità di vita, progetti giovanili, salvaguardia ambientale e rurale, economia sostenibile, sanità pubblica, cemento zero, cura sociale ed inclusione. Predomina ancora una visione di Liguria che va in direzioni opposte a queste, e ciò ricadrà sulle prossime generazioni (quelle che rimarranno).

Fa rabbia pensare a metà dei Liguri che di nuovo, dopo cinque anni, si sono fatti gli affari loro (gli affari “loro” adesso li faranno persone che non hanno contribuito a scegliere); e non ci sono scuse che tengano, bastava aprire Google per leggersi due programmi e due biografie e indirizzare in una qualunque direzione.
La “sanzione sociale” a chi vive in questo apatico menefreghismo deve diventare più pesante. Mentre il mondo ci crolla addosso, tra crisi ambientali, ingiustizie globali e pandemia, non è accettabile lavarsene le mani. Né lasciare soli coloro che si impegnano a fondo ogni giorno per un bene comune.

Amareggia che l’avventura preziosa e fondamentale di Ferruccio Sansa sia stata compromessa dalla tardiva candidatura e dalla mancanza di risorse adeguate. E’ talmente ovvio che si dovesse arrivare preparati per tempo a queste regionali, che è impossibile non sospettare i responsabili locali di questo ritardo di averlo fatto apposta. Ci auguriamo che dopo tre sconfitte procurate di fila, abbiano la decenza di rimuoversi da soli dalle scene o quantomeno di essere commissariati dal livello nazionale. Una campagna elettorale iniziata prima del lockdown sarebbe stata molto diversa e molto più organizzata, come potrebbe strategicamente intuire anche un bambino di 5 anni.
Grande stima poi per quei candidati che senza pudore hanno condotto quel poco di campagna elettorale che restava solo promuovendo se stessi, e quasi mai citando il candidato presidente o la coalizione. Notevoli i loro slogan studiati per andare bene sia in previsione di maggioranza che di opposizione.

Ma c’è anche la soddisfazione.

Di un risultato nazionale che smentisce le becere sparate fascioleghiste.
Di un minimo di affluenza recuperata, nonostante il covid e la pioggia, e molto probabilmente recuperata tra persone in gamba, che hanno ritrovato speranza su certe visioni di cambiamento.

Dà soddisfazione il risultato della nostra Lista civica, oltre 8%, nata l’altro ieri e senza un euro di budget, ma fatta di persone vere, radicate nell’impegno reale sui territori, con idee innovative e forti per la Liguria del domani. Un percorso che inizia, ma che raccoglie abbastanza forza per andare avanti a costruire.
Sono soddisfatto di aver dato il mio voto a Selena Candia (eletta!) ed Emilio Robotti, che per me rappresentano due apporti generazionali diversi e complementari, e una il mondo dello studio e della sostenibilità, l’altro il mondo della professionalità a servizio degli ultimi.

Sono pieno di gratitudine per le 837 persone che mi hanno indicato sulla scheda elettorale, portandomi in alto alla lista. Un’ondata di fiducia e di incoraggiamento che mi avvolge e avvolgerà per molto tempo. E che per me ha ancora più valore in quanto non nasce da televendite o marketing (non ne ho fatto), ma dal passaparola, dalle relazioni e dalla fiducia, dalle idee, dai progetti e dalla condivisione. Cose reali che c’erano e che ci saranno, e che in questo percorso cercherò di canalizzare e tradurre anche a supporto dei nuovi consiglieri regionali.

La soddisfazione maggiore è aver ricevuto decine di messaggi di amiche e amici che mi hanno manifestato l’orgoglio di aver dato un voto convinto, sentito. Sulle persone e sulle idee. Persone che magari non avrebbero più votato, o non avrebbero saputo chi. La speranza nasce qui, nelle nuove energie che si riscoprono affini per atteggiamenti, idee, speranze e prospettive di cambiamento. La riscoperta che siamo forti, se vogliamo. Se ci organizziamo, ancora di più. E adesso c’è una base sulla quale vivere da vivi le prossime sfide.

Grazie a tutte e tutti coloro che sono vicini in questa avventura, a chi si è speso al meglio, a chi ha saputo osare, a chi ha fatto la sua parte.

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Camminatore, comunicatore e musicista, Giacomo D'Alessandro vive a Genova. Le prime tracce di un blog ispirato alla figura del "ramingo" sono del settembre 2006. Una lunga e variopinta avventura tra il camminare e il raccontare, in tanti modi, grazie a tanti compagni di viaggio.