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Mani restituite all’agricoltura – Liguri Tutti.it

Qualche giorno fa si è svolta in Val Borbera la quinta edizione di Boscadrà, una festa rurale suggestiva, intima ed essenziale. La organizza da alcuni anni il collettivo di Cascina Barbàn, due coppie giovani tornate alla terra con idee creative e visione del mondo, insieme ai ragazzi del Borberock Summer Festival. Sul pianoro della cascina, poco sopra Albera Ligure, oltre 400 persone si sono ritrovate in allegria, sedute sui prati o sotto qualche tendone, ad assaggiare piatti tipici e ad ascoltare musica dal vivo, cimentandosi con le danze popolari tradizionali al suono di piffero e fisarmonica. Arrivando da lontano, all’imbrunire, sembrava di scorgere un antico borgo come in una palla di cristallo: in un panorama scuro, di colli e boschi notturni, senza alcuna luce artificiale, spiccava al centro questo angolo di mondo allegro, gioviale, illuminato da file di lampadine appese tra una tenda e l’altra.

Le persone si sono portate una tazza per prendere da bere. Nulla di superfluo, nulla di stupidamente inquinante al Boscadrà. Il bagno è stato creato sopra una fossa biologica per trasformare tutto in concime per la terra. La notte un folto gruppo si è ritrovato alle 3.30 per una camminata notturna e silenziosa a vedere l’alba sul monte Giarolo, dove era previsto un concerto acustico. La mattina all’alba il sole ha ricoperto quasi 100 tende disseminate tra i frutteti della cascina. E la giornata è ripresa con una tavola rotonda sul camminare in Val Borbera, come prospettiva e realtà, come via di rilancio lento, naturale, sociale di una valle dimenticata.

Siamo in appennino tra Liguria e Piemonte. Una dimensione ricca di natura e storia, di arti da recuperare, di terre e cascine da ripopolare, di meraviglie da rendere accessibili, di racconti di declamare. Siamo in terre partigiane, e prima ancora feudali, e prima ancora liguri, ma sempre rurali, fino al grande abbandono del Novecento. Qui si può immaginare un “ritorno al futuro”, una rigenerazione di piccoli abitati, mai troppo distanti dalla vita culturale delle città, dove condurre una vita a misura d’uomo, a misura di comunità, senza isolarsi o chiudersi anche grazie alle nuove tecnologie, perseguendo la piena autosufficienza e sostenibilità grazie alle innovazioni. Ma ritornando a dedicare parte della propria settimana con le mani nella terra, con la testa sotto gli alberi, facendo fruttificare l’ambiente naturale per autosussistenza e commercio di prodotti unici, tipici, genuini. E consentendo ad un turismo lento ed immersivo la riscoperta del benessere che solo i territori perduti – quindi passati indenni dalle peggiori devastazioni – possono oggi ritrovare.

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Camminatore, comunicatore e musicista, Giacomo D'Alessandro vive a Genova. Le prime tracce di un blog ispirato alla figura del "ramingo" sono del settembre 2006. Una lunga e variopinta avventura tra il camminare e il raccontare, in tanti modi, grazie a tanti compagni di viaggio.